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"Grace, Space, Pace" veloce e aggressiva come un Giaguaro

  • Paolo Andrea Gallo
  • 15 feb 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

"Grace, Space, Pace", che tradotto significa "grazia, spazio, velocità" è da sempre il motto di Jaguar, applicato con passione a tutte le vetture prodotte dalla casa inglese, non solo le spider e le coupè, ma anche alle berline. Dopo un primo semi-fallimento dei tecnici di Coventry agli occhi del pubblico con la Mark I, la quale voleva rientrare nella categoria delle berline sportive, ma non fu apprezzata a causa del motore, in fin dei conti poco prestazionale, e dei freni sottodimensionati (4 a tamburo), nel 1959 fu presentata la Mark II. Era di fatto un evoluzione della versione precedente, ma con delle radicali modifiche sia estetiche che meccaniche.

La linea venne resa più snella, vennero aumentate le superfici vetrate, addolcito il posteriore e vennero portate delle modifiche, seppur lievi, anche al frontale. Anche gli interni vennero rivisitati, con una nuova plancia e un nuovo quadro strumenti.

Anche i problemi meccanici vennero risolti: vennero montati su tutte le versioni i freni a disco e le motorizzazioni vennero rese di primissimo livello.

Erano dispo

nibili, oltre alla motorizzazione da 2,4 litri da 120 cv, anche altre 2 possenti motori da 3,4 e 3,8 litri da 210 e 220 cv, tutti quanti nella configurazione a 6 cilindri in linea.

La nuova Jag fu un successo, ne vennero vendute circa 84 mila esemplari in otto anni, che, se consideriamo la natura elitaria della vettura, è un numero altissimo.

Le versioni più potenti vennero anche utilizzate nei campionati turismo con discreti risultati, ma, come rovescio della medaglia, venne utilizzata spessa dai malavitosi grazie alle sue caratteristiche sportive, abbinate ai grandi spazi.

Poteva trasportare comodamente 5 adulti e le sue prestazioni erano di primissimo livello, infatti scattava da 0 a 100 km/h in meno di 9 secondi e riusciva a superare i 200 km/h.

Questo suo carattere nascosto sotto una magnifica eleganza gli valse il soprannome di "perfetta Q-car", termine ispirato alle Q-ships, cioè le navi che durante le guerre mondiali si presentvano come semplici mercantili, ma in realtà armate fino ai denti in modo da poter fronteggiare i sottomarini.


 
 
 

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