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Il suo soprannome è leggenda: Pagoda

  • Paolo Andrea Gallo
  • 1 feb 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

La Mercedes 230 SL del 1963 è sicuramente più famosa per il suo soprannome piuttosto che per il nome effettivo del modello. Spesso si tende ad associare al suo appellativo "Pagoda" molti modelli Mercedes della serie SL, ma l'unica originale è la 230: la forma concava dell'hard top che evocava i tetti dei templi orientali è il marchio di fabbrica che permette di riconoscere l'originale Pagoda.

L'obiettivo della casa della stella a tre punte era quello di creare un erede della 190 SL che potesse rinverdie anche i fasti della ultra iconica 300 SL gullwing.

Il risultato è stato splendido, la Pagoda unisce prestazioni di primissimo livello al lusso e confort che solo Mercedes sa dare. Era mossa da un 6 cilindri in linea da 2,3 litri di cilindrata alimentato ad iniezione, caratteristica che già la 300 SL adottava a dispetto dei tradizionali carburatori in voga in quel periodo.

Il motore, capace di erogare 150 cv di potenza, era abbinato a un cambio manuale a 4 rapporti, portato a 5 dal 1966, oppure automatico a 4 marce,

Tuttavia la clientela storica di Mercedes non riuscì ad apprezzare sin da subito la linea ritenuta troppo avvenieristica della 230 SL, e inoltre maturarono molti dubbi sulla effettiva prestazionalità del nuovo progetto. per risposta i vertici della casa di Stoccarda decisero di impiegare la vettura nel rally Spa-Sofia-Liegi con alla guida il pilota Eugen Bohringer, che trionfò dopo aver percorso tutti i 6600 km del tragitto a velocità folli.

Riguardo le critiche al design, beh, direi che gli scettici ebbero torto..


 
 
 

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